<<La donna, una ultra ottantenne, è stata soccorsa e sul posto sono arrivate due ambulanze. I mezzi di soccorso sono stati bloccati dalle auto in sosta selvaggia di ritorno dall’intervento, quindi l’anziana non è morta per il ritardo dei soccorsi ma perché le sue condizioni erano gravi anche a causa di patologie pregresse.>>
Queste le parole di Giuseppe Galano, direttore del 118 di Napoli, in contrasto con quanto ricostruito dall’Associazione “Nessuno tocchi Ippocrate“. Il direttore prosegue <<sul posto sono arrivate due ambulanze, la prima non medicalizzata, la seconda con medico a bordo. Sono state effettuate le manovre di rianimazione per circa 30 minuti ma la donna è morta comunque.>>
Parole queste che differiscono da quanto in un primo momento ricostruito e pubblicato sulla pagina Fb dell’organizzazione napoletana “Nessuno Tocchi Ippocrate”, a difesa dei professionisti del settore sanitario che segnala spesso aggressioni ai danni dei medici.
Questi i fatti descritti da “Nessuno tocchi Ippocrate“: In salita Pontecorvo a Napoli alcune macchine in sosta bloccano un’ambulanza, si posta la foto, i soccorritori sono costretti a spostare a mano le auto per procedere al soccorso della anziana donna, ma tutto ciò a nulla è valso, l’equipaggio arriva in ritardo sul target, inutili le manovre di rianimazione cardio-polmonare.
Il direttore del 118 Galano interviene nuovamente e spiega <<Sia chiaro, il problema delle auto selvagge è una criticità per il 118 ed è causa spesso dei ritardi dei soccorsi ma in questo caso non ha determinato il decesso>>.
Fanno da contraltare le dichiarazioni del consigliere regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli che parla di episodio gravissimo che non può cadere nel dimenticatoio o essere derubricato a mera casualità; affermando <<Bisogna accertare le precise responsabilità di quanti, con il loro comportamento scellerato, hanno ostacolato i soccorsi e se il ritardo sia stato determinante per la morte della donna>>.
Di fatto veleggia su tutto la morte di un’anziana donna, fosse più o meno malata, fossero più o meno gravi le sue condizioni non sta a noi appurarlo; ma di fatto quelle auto non dovevano essere lì ed è per questo che la morte di quella donna come tante altre in questa città peserà come un macigno su tutti noi, sulla mancanza di regole ed il mancato rispetto delle stesse, sulla nostra inciviltà e sul nostro menefreghismo.