Il fenomeno del “voice shaming”, una forma di derisione e discriminazione basata sul modo di parlare, sta emergendo come una problematica sempre più rilevante tra i bambini balbuzienti. Un recente report dell’associazione Vivavoce, presentato a Milano durante la Giornata internazionale della consapevolezza sulle balbuzie, ha evidenziato come sette bambini su dieci affetti da balbuzie o disturbi del linguaggio siano vittime di comportamenti discriminatori. Gli episodi di discriminazione avvengono spesso in contesti quotidiani come scuole, parchi e luoghi di attività sportive.
Il secondo annuale report dell’Osservatorio Voice Shaming ha esaminato un campione di 110 bambini e adolescenti balbuzienti e 114 genitori, con l’obiettivo di comprendere la portata del fenomeno. Lo studio ha analizzato la frequenza degli episodi di voice shaming, i contesti in cui si verificano e le conseguenze emotive e comportamentali sui giovani. La ricerca ha rivelato che il 71% dei bambini con disturbi del linguaggio ha subito derisioni, discriminazioni o isolamento sociale. Giovanni Muscarà, presidente di Vivavoce, ha spiegato: “La voce è un tratto che ci identifica. Chi viene deriso per il suo modo di parlare viene colpito nel profondo. Molti di questi ragazzi avrebbero voluto ricevere aiuto, ma non sapevano a chi rivolgersi.” Muscarà ha inoltre evidenziato come le aspettative sociali legate al linguaggio possano creare barriere invisibili, limitando la libertà espressiva e soffocando il desiderio stesso di comunicare. Lo studio ha rivelato che il voice shaming è particolarmente diffuso in ambito scolastico, con il 61% degli episodi segnalati avvenuti nelle scuole e il 34% in contesti di svago come parchi e centri sportivi. Le modalità principali di derisione includono imitazioni del modo di parlare (39%), esclusione e scherni (22%) e commenti denigratori (17%). Vivavoce ha quindi lanciato una campagna di sensibilizzazione con il video “Ogni voce ha la sua storia“, che mira a educare sia gli adulti che i ragazzi sull’importanza di ascoltare senza pregiudizi chi soffre di balbuzie. La campagna sarà diffusa sui social nelle prossime settimane, con l’obiettivo di promuovere una maggiore consapevolezza sul tema.
Gli effetti del voice shaming sono profondi e duraturi, come conferma il report. I bambini che subiscono questi atti spesso sviluppano sentimenti di tristezza (31%), vergogna (26%) e rabbia (25%). Le conseguenze non sono solo emotive: molti bambini evitano situazioni sociali per paura di essere giudicati, con un impatto significativo sul loro benessere e sulle loro relazioni. Dal punto di vista dei genitori, il 76% è a conoscenza delle esperienze di voice shaming vissute dai figli, e il 68% ha osservato un aumento dell’isolamento e della difficoltà di socializzazione nei bambini. La preoccupazione per il futuro dei propri figli è alta: il 95% dei genitori teme che il voice shaming possa avere effetti duraturi sull’autostima e sullo sviluppo sociale. Antonio Schindler, direttore scientifico dell’Osservatorio Voice Shaming, ha sottolineato che in Italia sono circa 3 milioni le persone che soffrono di disturbi del linguaggio. Questi individui, spesso emarginati dalle relazioni sociali e lavorative, rischiano di sviluppare gravi forme di depressione e di vedere peggiorato il loro stato di salute. Schindler ha messo in evidenza l’urgenza di interventi educativi e di supporto psicologico per i bambini balbuzienti e le loro famiglie, sottolineando l’importanza di un ambiente scolastico più inclusivo e consapevole.
L’associazione Vivavoce conclude che per contrastare il fenomeno del voice shaming è necessario un intervento coordinato tra scuole, famiglie e specialisti. È fondamentale che gli insegnanti siano formati per riconoscere i segnali di disagio e adottare strategie efficaci per prevenire episodi di discriminazione, solo così si potrà garantire ai bambini la possibilità di esprimersi liberamente, senza paura di essere giudicati per la loro voce.