Droga della risata: boom del gas esilarante per lo sballo giovanile

di Pierluigi Perretta
10 Minuti di lettura
Abuso di protossido d'azoto tra i più giovani

Il gas esilarante torna di moda come droga da sballo. I giovani lo usano per i suoi effetti euforizzanti riempiendo dei palloncini con questa sostanza e inalandola a grandi boccate. Il gas, a base di protossido di azoto, viene utilizzato anche in campo medico, come analgesico e anestetico. Incolore, non infiammabile e dall’odore lievemente dolce viene impiegato anche nel settore industriale. Già nel ‘700 era usato durante le feste della società borghese, le cosiddette laughing gas parties, e ancora oggi, secondo le statistiche è la seconda sostanza ricreativa più usata dopo la cannabis. Tra gli effetti più comuni ci sono la leggerezza corporea, i cambiamenti nelle percezioni tattili, visive e uditive, disorientamento, vertigini, diminuzione dei livelli d’ansia, aumento del senso dell’umorismo. Il gas esilarante può essere pericoloso se assunto in grandi quantità provocando effetti collaterali come la perdita di coscienza, il calo di pressione, aritmia o morte per arresto respiratorio. L’inalazione sopprime il bisogno d’aria, pertanto se l’assunzione non è alternata con inspirazioni ricche d’ossigeno può portare all’asfissia. Sempre più facilmente disponibile e popolare presso fasce di giovani, il protossido di azoto (anche noto come ossido di diazoto o gas esilarante) comporta rischi notevoli per la salute. Ha una varietà di usi legali di tipo medico, industriale, commerciale e scientifico (ad es. come additivo alimentare o anestetico in medicina). Per oltre 200 anni, questo gas è stato usato anche per i suoi effetti psicoattivi, fra i quali sensazioni di euforia e rilassamento, ma negli ultimi anni si è riscontrato un significativo aumento del suo uso ricreativo nel mondo e nella stessa Europa. Secondo un rapporto scientifico, “la crescente popolarità del protossido di azoto può essere spiegata anche sulla base della sua facile disponibilità, del prezzo basso, degli effetti di breve durata e dell’essere percepito da parte dei suoi consumatori come una sostanza relativamente sicura”. Un fattore chiave legato alla sua crescente diffusione a uso ricreativo è dato dagli effetti di breve durata e dalla percezione diffusa che sia una sostanza relativamente sicura. Si tratta, inoltre, di un prodotto a basso costo e di facile reperibilità, in circuiti di vendita perfettamente legali (sono facilmente acquistabili in supermercati, minimarket e online) in piccole fiale da 8 grammi, destinate a gonfiare palloncini o a essere usate come propellente per fare la panna montata, da cui il gas è inalato. Il recente ingresso sul mercato di fusti da 15 kg, che ne abbassano ulteriormente il prezzo, è invece deliberatamente mirato all’uso ricreativo, sostenuto anche dalla pubblicizzazione e dalla vendita sul web. I social media hanno avuto un ruolo significativo nella pubblicità e nella vendita del gas, con una catena di approvvigionamento sempre più redditizia che spesso lo promuove come prodotto ricreativo mascherato da uso culinario. L’aumento della disponibilità e del consumo ha portato a una crescita dei casi di intossicazione e dei danni associati. Gli effetti negativi della sostanza sulla salute vanno dagli avvelenamenti alle ustioni e danni al sistema nervoso, quantitativamente ancora limitati ma in crescita.

Due medici canadesi, Cyrille De Halleux e David N. Juurlink sul Canadian Medical association jornual, hanno recentemente rinnovato l’allarme sui rischi legati all’uso di ossido di azoto (o protossido di azoto) a scopo ricreativo, un fenomeno che sta prendendo piede soprattutto tra i giovani, anche in Europa. E che a Lecce ha portato alla morte un 26enne nel giorno del suo compleanno. L’ossido di azoto, gas dalla formula chimica N2O, noto come gas esilarante, può sembrare innocuo per il suo nome, ma è molto pericoloso. Oltre ai rischi immediati legati alle modalità di assunzione e agli effetti a breve termine, un uso prolungato può portare a gravi carenze di vitamina B12, con conseguenze neurologiche significative. Sebbene sia impiegato ancora oggi come analgesico e anestetico in ambito clinico, in particolare per procedure odontoiatriche e pediatriche, il suo utilizzo è considerato sicuro solo se somministrato da personale medico qualificato. La somministrazione avviene per via inalatoria, con un’azione rapida e un’eliminazione altrettanto veloce dal corpo, generalmente nel giro di pochi minuti. L’ossido di azoto deprime il sistema nervoso centrale e, a basse concentrazioni, può causare effetti collaterali come vertigini, nausea e mal di testa. Inalato a concentrazioni troppo elevate, il gas diventa pericoloso: può provocare perdita di coscienza, depressione respiratoria, asfissia, cali di pressione, aritmie e persino arresto cardiaco. Le sue proprietà psicoattive sono alla base del nome “gas esilarante”, poiché a determinate dosi induce euforia e stati dissociativi, caratterizzati da alterazioni sensoriali e una riduzione dell’ansia. Questi effetti lo hanno reso una droga da sballo fin dal Settecento e, come sottolineato nel più recente report dell’Osservatorio Europeo delle Droghe e delle Tossicodipendenze (Emcdda), ne evidenziano il ritorno in auge tra le giovani generazioni. I rischi dell’uso improprio del protossido di azoto sono molteplici. L’inalazione diretta da bombolette, ad esempio, può causare ustioni da gelo alle vie respiratorie e ai polmoni. Oltre ai danni immediati legati alle proprietà del gas, un uso cronico comporta rischi significativi. La carenza di vitamina B12, provocata dall’ossidazione irreversibile del complesso vitaminico, può portare a disturbi neurologici gravi. Secondo l’Emcdda, l’uso regolare e intenso del gas può indurre neurotossicità, con sintomi quali parestesie (formicolii e sensazione di punture di spillo) e intorpidimento degli arti. Questi segnali indicano un danno ai nervi sensoriali, che può estendersi fino a colpire i nervi motori, provocando debolezza muscolare, difficoltà di equilibrio e deambulazione. Nei casi più gravi, le lesioni possono compromettere il sistema nervoso centrale, portando all’incapacità di camminare. Sebbene il trattamento possa invertire parzialmente il danno se diagnosticato in tempo, la letteratura medica documenta anche casi di paralisi permanenti. Paesi come Danimarca, Francia e Paesi Bassi hanno riportato un’impennata nei casi di avvelenamento: in Danimarca i casi sono passati da 16 nel 2015 a 73 nel 2021, in Francia da 10 nel 2017 a 134 nel 2020 e nei Paesi Bassi da 13 nel 2015 a 144 nel 2020.

 “Nei casi più gravi può causare ipossia e inibizione della trasmissione degli impulsi nervosi al livello dei centri che controllano la respirazione e il cuore, ma anche la formazione di emboli” spiega Cristina Cadoni, tossicologa dell’Istituto di Neuroscienze del Consiglio Nazionale delle Ricerche. “Ma gli effetti dipendono anche dall’individuo, dalla concentrazione del gas – aggiunge la ricercatrice – e dall’eventuale assunzione in combinazione con altre sostanze, come l’alcol”. Il protossido di azoto è usato a tutt’oggi in medicina come anestetico, ma sempre in combinazione con altre sostanze e con l’ossigeno, poiché il gas esilarante diminuisce la disponibilità di ossigeno per l’organismo. Possono, infatti, essere sufficienti una serie di inalazioni senza apporto di aria fresca tra l’una e l’altra, per provocare perdita improvvisa di coscienza e asfissia. “Il protossido di azoto è un gas che non si distribuisce nei tessuti umani e che è insolubile nel sangue – specifica Cadoni – dunque si accumula nelle cavità del corpo, come i polmoni”. Il gas esilarante utilizzato per scopi ricreativi viene inalato a grandi boccate da palloncini riempiti con questo gas. I suoi effetti, che comprendono allegria ed euforia, ma anche insensibilità, annebbiamento della coscienza e leggere allucinazioni, sono immediati e la loro durata è molto breve, e questo porta il consumatore a ripetere le inalazioni nel tentativo di prolungare l’esperienza. Un consumo regolare e prolungato nel tempo può provocare seri problemi, come racconta la ricercatrice dell’In-Cnr: dalle neuropatie, caratterizzate da danni a carico dei nervi del sistema nervoso periferico che causano debolezza muscolare, problemi di equilibrio e a camminare, alla parestesia, cioè un’alterata percezione degli stimoli sensoriali, fino ad alterazioni delle funzioni cognitive. “Questi effetti si devono al fatto che il protossido di azoto – afferma Cadoni – interferisce con i recettori del glutammato, che è un neurotrasmettitore essenziale per la trasmissione dei segnali, che sono ubiquitari in tutto il sistema nervoso. Si sa, inoltre, che inattiva la vitamina B12”, che è coinvolta in molti processi fondamentali per l’organismo, come la sintesi di Dna e Rna o la produzione di globuli rossi.

Share This Article
Leave a Comment