Oggi è una giornata storica.

La Meloni vola a Palermo.

di Giovanni De Gennaro
6 Minuti di lettura

Oggi con l’arresto di Matteo Messina Denaro, si va a definire e concludere un momento storico durato oltre 30anni, quale anello importante per la fine di quella vecchia Mafia  che conosciamo da tempo con l’appellativo di “Stragista“.

Matteo Messina Denaro è l’ultimo di quei superboss latitanti, di quelle eminenze grigie, di quella stagione stragista che ha insanguinato l’Italia per decenni. Lui l’ultimo indiscusso Capo dei Capi, Re imprendibile della Mafia Palermitana dopo Riina, Provenzano e gli altri ben noti personaggi mafiosi a lui legati, viene finalmente assoggettato alla legge di uno Stato che continua a combattere dall’Unità d’Italia questo cancro che attanaglia il nostro paese legandolo mani e piedi alla ragione del malaffare.

Questa lotta che oggi sembra finita e che ci porta a festeggiare la fine di un era, non è altro che uno dei tanti importanti tasselli, che hanno fatto la storia dell’Italia e che riporta la Mafia a quel tempo in cui si preferiva accordarsi piuttosto che lottare contro lo Stato; con la fine dell’ultimo Stragista, la Mafia ritorna nel recinto omertoso del suo ruolo, fare affari in silenzio, senza fare troppo rumore, accordarsi quando si può, uccidere quando necessario.

E la Mafia non è altro che questo la necessità dell’idea di un accordo omertoso e violento con quella parte di società che finge di non vedere in attesa del proprio tornaconto, sia essa un pezzo deviato dello Stato, della Massoneria, dell’Imprenditoria, dei colletti bianchi o della povera gente, non importa, quello che conta è il silenzio misto alla connivenza. E ciò che aveva rotto questo filo sottile, il necessario accordo, è venuto finalmente meno, è venuta meno quella stagione stragista che aveva destabilizzato i vecchi interessi a favore dei nuovi.

E questa non è altro che la fine di un’era che porge il fianco alla nuova.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha telefonato questa mattina al Ministro dell’Interno e al Comandante dell’Arma dei Carabinieri per esprimere le sue congratulazioni per l’arresto di Matteo Messina Denaro, realizzato in stretto raccordo con la Magistratura.

Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni vola a Palermo, giunta in Procura incontra il Procuratore Capo Maurizio De Lucia e l’aggiunto Paolo Guido che hanno coordinato l’indagine dei Ros dei Carabinieri che ha portato all’arresto del superlatitante di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro.

Sulla strada che va dall’aeroporto al capoluogo siciliano, la premier e il sottosegretario alla Presidenza Alfredo Mantovano si sono fermati in raccoglimento davanti alla stele di Capaci che ricorda le vittime della strage nella quale persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani.

Queste le parole della Meloni dinanzi alla stele di Capaci: Penso fosse doveroso, è un po’ come dire che qualcuno ha raccolto quel testimone e la guerra va avanti. E’ una giornata storica, un giorno di festa per le persone per bene, per le famiglie delle vittime della mafia, perché il sacrificio di tanti eroi non era vano

Il Presidente del Consiglio dopo l’incontro con Maurizio De Lucia, Procuratore Capo di Palermo, prosegue il suo ragionamento: “Mi piace immaginare che questo possa essere il giorno nel quale viene celebrato il lavoro degli uomini e delle donne che hanno portato avanti la guerra contro la mafia. Ed è una proposta che farò“.

Poi il suo messaggio alla parte sana di Palermo: Un messaggio alla parte sana di Palermo, come quelli che davanti alla clinica hanno applaudito all’arresto di Messina Denaro? Non verranno lasciati soli, il messaggio è di continuare a credere che lo Stato può dare risposte migliori, che lo Stato c’è, si occuperà di loro, faremo del nostro meglio perché non debbano mai trovarsi nella disperazione di dover fare una cosa che non vogliono mai fare. Ma devono avere anche l’alternativa e noi dobbiamo costruire l’alternativa, dobbiamo fare tutto quello che possiamo, perché quello è lo strumento più efficace nella lotta al cancro della mafia“.

Segue il messaggio di Salvini, tutto per gli uomini dello Stato che non mollano: Dopo trent’anni di latitanza è finito in manette il superboss Matteo Messina Denaro. È con profonda emozione che ringrazio le donne e gli uomini dello Stato che non hanno mai mollato, confermando la regola che prima o poi anche i più grandi criminali in fuga vengono braccati e assicurati alla giustizia. È una bella giornata per l’Italia e che serve da ammonimento per i mafiosi: le istituzioni e i nostri eroi in divisa non mollano mai“.

Non manca un cenno del Presidente del Senato,Ignazio La Russa su quella lotta alla Mafia che non conosce tregua: “Desidero rivolgere il mio sincero ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito all’arresto di Matteo Messina Denaro, la cui cattura è una notizia bellissima per la nostra nazione. All’indomani dell’anniversario dell’arresto del Capo dei capi Toto’ Riina, magistratura e Forze dell’ordine hanno inferto oggi un altro colpo durissimo alla criminalità organizzata. Bene così, la lotta alla mafia non conosca tregua“.

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