La Regione Marche è in ginocchio, un disastro non annunciato.

L'Alluvione nelle Marche porta con se almeno 9 morti, 4 dispersi di cui due minorenni e Centinaia di sfollati.

di Giovanni De Gennaro
3 Minuti di lettura

Era stata prevista un’allerta meteo gialla, << ma è evidente che l’evento è stato maggiore di quello inizialmente previsto>> così afferma il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio, <<ma ora dobbiamo concentrarci sulle cose da fare, il tema dell’allertamento sarà da approfondire successivamente>>.

Intanto messaggi di cordoglio e solidarietà arrivano dal Capo dello Stato Sergio Mattarella e dal Presidente del Consiglio Mario Draghi che si recherà a breve ad Ostra in provincia di Ancona per visitare i territori colpiti dal maltempo e presiedere alle riunioni operative con il coordinamento dei soccorsi e con le autorità locali; cosi riferisce il Presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli.

Nel frattempo le vittime salgono a 9 e 4 sono i dispersi di cui 2 minorenni, per non parlare poi degli sfollati circa 150 che purtroppo sono destinati ad aumentare. Ed oltre alle vittime, ai dispersi ed agli sfollati, i danni al momento si considerano incalcolabili.

<<Ci sono stati momenti di terrore, con quantitativi d’acqua veramente straordinari>>, così afferma il Capo della Protezione Civile, praticamente è piovuto in un qualche ora un terzo di quello che normalmente piove in un anno e in alcune zone addirittura il doppio di quello che piove d’estate.

Una bomba d’acqua su Senigallia ha fatto esondare il fiume Misa che ha rotto le balaustre in pietra del ponte Garibaldi, invadendo il centro storico. Le immagini scioccanti che viaggiano in rete sono sotto gli occhi di  tutti, così come la conta dei danni procurati dai detriti, rami e fango, trascinati dal torrente giù per le vie del centro; cantine, negozi e primi piani d’abitazione allagati se non distrutti. I cittadini riferiscono <<Mai vista una cosa del genere>>.

Ed ecco che il disastro non annunciato ma previsto ci presenta il conto.

Il cambiamento climatico che faceva parlare di se distruggendo città, paesaggi e quant’altro nei paesi del terzo mondo;  ora fa capolino nelle nostre città, con tutta la forza di cui è capace trascinando anche l’occidentale in questo incubo senza fine. E mentre c’interroghiamo sul da farsi, impegnati tra una guerra e l’altra, tra crisi economiche ed energetiche il mondo che conoscevamo va in fiamme o per meglio dire sott’acqua presentandoci quell’amaro conto che non riusciremo a pagare se caparbiamente insisteremo ad essere divisi.

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