Alessandro un ragazzo come tanti.

Ieri i funerali di Alessandro morto a 13 anni, Gragnano una città in lutto con sei indagati per istigazione al suicidio.

di Giovanni De Gennaro
3 Minuti di lettura

Chiostro di Sant’Agostino Gragnano ore 11.00 la città in lutto, con ogni attività sospesa dalle 10 alle 14 così come voluto dal sindaco Nello D’Auria e dalla comunità intera; poi il dolore dipinto sui volti dei familiari per una morte inspiegabile. Sembrava un incidente, il ragazzo si sporge dal 4° piano per sistemare un cavo della televisione; cade, un tonfo le urla dei vicini e lo sgomento di tutti. Ma le cose non sembrano essere andate così, dalle indagini emerge un’altra verità si parla di istigazione al suicidio e di cyberbullismo; sei gli indagati due maggiorenni e quattro minorenni; a capo dei bulli la sua ex fidanzatina.

Alessandro un ragazzo come tanti e come tanti sottoposto agli stress di una vita già da grandi; l’amore per un’altra ragazza ed un rifiuto che gli costa la vita. La sua ex fidanzatina, non lo accetta quel rifiuto e scatta la feroce vendetta <<Ti devi ammazzare>>; poi le ultime parole di Alessandro, di quel ragazzo di buona famiglia e senza grilli per la testa <<Tra poco toglierò il disturbo>>.

Questi al momento i fatti …

La morte è sempre tragica, soprattutto quando si tratta di un giovane ragazzo; e purtroppo di morti così in questi anni ce ne sono state tante. Solo in Italia tra il 2021 e il 2022 si parla di circa 19.800,00 casi, tutti gravi e una buona fetta di questi hanno portato purtroppo alla morte dei poveri malcapitati.

Di bulli se ne parla da anni, ci sono sempre stati e sempre ce ne saranno, appartengono ad ogni classe sociale, sono democraticamente bipartisan, rientrano tranquillamente nelle classi abbienti, nel ceto medio ed in  quelle popolari, non fanno alcuna distinzione di ceto e censo. Il minimo comune denominatore è la preda, ragazzo e/o ragazza tranquilla o con problemi di socialità.

Basta poco per attirare il branco verso il più debole ed il gioco è fatto. L’oggetto dei loro perversi desideri, non denuncia teme oltremodo la riprovazione sociale e dei sui aguzzini, lasciandosi così condurre in un angolo da dove difficilmente riuscirà ad uscire.

Oggi il bullismo si è trasformato, prendendo la via del web ed eccolo mutarsi in cyberbullismo, ancora più pericoloso e insidioso; perché l’aggressore approfittando il più delle volte dell’anonimato o della sua presunta forza verbale distrugge l’esangue corazza che riveste in nostri ragazzi, che per lo più oggi vivono sui social una vita liquida. E distruggere la loro immagine social equivale ad un suicidio virtuale, un gaming che ben presto si trasforma in realtà.

Questo è accaduto ad Alessandro un ragazzo come tanti, un ragazzo perbene.

 

 

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